La scorsa settimana ho provato a calcolare un massimo (molto) teorico di libri che si possono leggere in una vita. La potete recuperare a questo link. Due settimane fa, invece, della magia nel Medioevo e di un suo collegamento con le teorie del complotto, come potete leggere qui. Qui invece potete iscrivervi a questa newsletter per ricevere i miei pensierini ogni settimana.
Nella puntata precedente abbiamo parlato della signora Ines, un’ipotetica signora spagnola che ha dedicato la sua vita intera – più o meno ogni ora della sua vita, a dirla tutta – a leggere libri, e abbiamo scoperto che è riuscita a portare a termine 58.400 libri.
Vediamo che cosa possiamo ambire invece a leggere noi, con qualche preoccupazione in più (ma senz’altro una vita più varia) della nostra Ines. Pensando al mio amico Mario che come sapete è un matematico, ho pensato di scrivere la formula per scoprire quanti libri si possono leggere in totale in una vita (Lt). La chiameremo Formula di Ines.
Dove:
A gli anni di lettura;
g i giorni di lettura in un anno;
p, h e m rispettivamente la media delle pagine lette in un’ora, le ore di lettura al giorno e la lunghezza media dei libri letti.
Il mio amico Federico, che pure è un matematico, ha detto che così va bene, quindi mi fido e nel caso possiamo lamentarci con lui. Ma a parte questo, si possono dare valori plausibili a un paio di queste variabili e quindi semplificare un po’ il conto. Fissiamo la lunghezza media di un libro in 300 pagine e gli anni di lettura in 75, ammettendo che si sia costanti e non si perda mai il vizio, si abbia una lunga vita e si viva in un Paese con un’aspettativa di vita molto alta. La nostra formula diventa quindi, dopo le opportune semplificazioni:
Anche una stima di 20 pagine all’ora, come media di lettura, non è troppo implausibile. Se non si leggono libri che richiedono troppa concentrazione, probabilmente si può stare anche un po’ più alti, ma il problema è che, in questo mondo frenetico, è impossibile non essere interrotti da una notifica sul telefono, una chiamata, qualsiasi altra cosa ci strappi dalla pagina. Starei più sulle 15, a dirvela tutta, ma voglio essere ottimista. E quindi eccoci qui, altra semplificazione e nuova versione della formula:
Le vere cose difficili da stimare, perché variano troppo da persona a persona, sono le ore di lettura giornaliere e i giorni di lettura in un anno.
Qui dipende davvero dalla vita che si fa. Mi immagino due possibilità: qualcuno che legge libri anche per lavoro, ad esempio il mio amico Cesare che lavora all’università. Spesso leggerà articoli scientifici, anzi forse molto spesso, ma comunque diciamo che può dedicare qualche ora della sua giornata in più a qualche bel volume.
Invece se qualche altro mio amico, come me, o Dario che insegna a scuola, ha un lavoro che lo tiene impegnato in altre attività per gran parte della giornata, dovrà limitarsi a leggere nel tempo libero.
Diciamo che Cesare si può dedicare alla lettura cinque ore al giorno, mentre Dario (o me) due. Ecco allora gli scenari.
Infine: per quanto ci possa piacere, i casi della vita portano anche i più accaniti a non poter leggere per alcuni giorni all’anno. Un viaggio, una festa, una giornata intensa, una cena tra amici: magari dopo due pagine prima di andare a dormire si crolla.
Cesare ha il vantaggio di leggere anche “per lavoro”, ma ha famiglia e magari – pandemia permettendo – nei fine settimana va a fare qualche gita fuori porta. Restano circa duecento giorni l’anno. Dario, oppure io, leggiamo invece soprattutto nei fine settimana – quando riusciamo a fare perfino un “doppio turno”, una giornata in cui leggiamo quattro ore invece di due. Arriviamo a centocinquanta giorni l’anno, ma con i “doppi turni” possiamo arrivare a duecento anche noi.
Tiriamo le somme. In totale, un lettore che lo fa anche per lavoro può arrivare intorno ai cinquemila libri, mentre se ci si limita a farlo solo nel tempo libero si può ragionevolmente puntare a duemila.
Certo, la lettura non è un’attività costante nel corso della vita – nessuna, tranne mangiare o dormire, lo è – ma penso che i periodi di minori letture si compensino in qualche modo: all’università si legge di più, quando nasce un figlio di meno, in pensione di più… Potete cambiare i numeri qui sopra come volete, comunque.
Ho fatto una ricerca su Google solo dopo aver finito queste due puntate della newsletter (giuro!) e ho visto che si trovano in giro stime piuttosto simili.
Ma ho fatto anche di più: da circa un anno tengo traccia dei libri che leggo, insieme a un paio di altri numeri (come quanto tempo ci metto per leggerli). Non so perché questa iniziativa da vero nerd mi sia venuta in mente solo un annetto fa. In una delle prossime newsletter credo che vi toccherà leggere il bilancio di questo 2020 di letture, con la mia personale classifica dei preferiti. Nel frattempo, ci risentiamo la prossima settimana.
Giovanni
Bonus track: la mia amica Dana mi segnala questo bell’articolo di George Orwell (in inglese) in cui lo scrittore stima quanto ha speso in libri nei quindici anni precedenti. Interessante che nel 1946, quando aveva quarantatré anni (Orwell sarebbe morto nel 1950), la sua biblioteca ammontava, per sua stessa stima, a circa novecento libri. Possiamo quindi utilizzare la cifra come una buona approssimazione di quanti ne avesse letti in quei quindici anni (anche se, come ogni compratore di libri sa, i libri acquistati spesso rimangono non letti o non finiti). Non sono certo pochi, ma neppure tantissimi.
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