Nella scorsa puntata ho parlato dell’illusione dell’estate. Un benvenuto a nuove iscritte e nuovi iscritti: qui trovate una presentazione mia e dei temi di cui parlo. Se quello che leggi qui sotto ti piace, condividilo a qualcuno che potrebbe apprezzare. Se non sei ancora iscritto/a, puoi ricevere questa newsletter nella tua casella di posta, ogni sabato mattina, cliccando qui.
Qualcuno di voi mi ha già scritto per farmi gli auguri di buone vacanze, dopo la scorsa puntata sulle letture estive: in cui la mia scarsa fiducia nella reale capacità vacanziera di lasciar tempo per i libri aveva anche una funzione apotropaica. Spero infatti che l’agosto mi regali tempo libero, dopo qualche settimana in cui gli impegni di lavoro mi hanno reso difficile la continuità necessaria alla lettura (e ho addirittura saltato un paio di appuntamenti di questa newsletter!). Prima della pausa estiva allora butto giù qualche pensiero disordinato.
I miei piani sono ambiziosi: devo ancora finire la storia dell’Egitto di cui parlavo nella scorsa uscita e ci ho aggiunto anche una storia di Venezia (La Repubblica del leone di Alvise Zorzi), la seconda quest’anno dopo quella di Frederic Lane di cui parlavo qualche settimana fa. Mi sono accorto infatti che, se non ci si ferma a studiare un libro – ovvero a selezionare le informazioni più importanti, a ritornare sui propri passi, a fare schemi almeno mentali, soprattutto a ripetere – le informazioni sfuggono come acqua tra le pietre e, anche se il tema ci interessa, si finisce per dimenticare quasi tutto.
Non c’è documentario, podcast, serie televisiva che tenga: per imparare davvero bisogna prendere un libro e studiarlo. Ma non mi sono ancora rassegnato a leggere alla scrivania, con evidenziatore e matita in mano. Invece di passare dalla semplice lettura allo studio, quindi, adotto una strategia più pigra, e certo meno efficace, in cui spero che le cose mi restino in testa almeno per accumulo. Siccome la storia di Venezia mi appassiona, ho deciso di leggere un altro libro sullo stesso argomento a qualche mese di distanza, e vediamo se alla fine mi ricorderò almeno qualcosa in più di prima.
Aspetto poi con molta curiosità un libro di Raffaele La Capria, Ferito a morte, che ho ordinato dopo la morte dello scrittore a fine giugno: non avevo mai letto nulla di suo e i necrologi, per quanto influenzati dalla prescrizione nihil nisi bonum, mi hanno spinto a recuperare. La libreria è in ritardo, ma conto che sia un’altra delle mie letture estive. Completa il programma un libro dello storico Paolo Preto, Falsi e falsari nella storia (pubblicato da Viella nel 2020): ne ho incontrati estratti che raccontavano storie affascinanti, come la teoria del gesuita francese Jean Hardouin il quale, alla fine del Seicento, sostenne che quasi tutte le opere dell’antichità classica fossero falsi medievali (uno straordinario personaggio borgesiano, che però a mia memoria Borges non ha mai menzionato). A un primo sfoglio il libro sembra però scritto in modo assai sintetico, quasi un faldone di appunti. Avrà certo contribuito il fatto di essere stato messo insieme da due suoi allievi dopo la morte dell’autore, nel 2016.
Il lettore segue sempre percorsi personali e stravaganti, che hanno una coerenza solo nella sua testa. Sono sempre rimasto interdetto da quelle biografie che descrivono un autore dedicarsi a “letture disordinate”: chi diavolo fa letture ordinate? Qualcuno si è mai messo a leggere il catalogo Adelphi a partire dal titolo numero uno? Qualche matto ci sarà stato di sicuro, perché la realtà supera sempre l’immaginazione, ma per tutti gli altri, mediamente sani di mente, il disordine è la condizione usuale del lettore. Buona estate disordinata, ci risentiamo a settembre.
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Ammetto di essere tra i matti che ha preso il libro numero 1 del catalogo Adelphi "L'altra parte" di Alfred Kubin; ho avuto, per un brevissimo periodo, l'intento di iniziare a leggere tutta la biblioteca Adelphi dall'inizio, ma poi ho lasciato spazio al disordine. W il disordine!