La scorsa settimana ho parlato di letture sul complotto. Un benvenuto a nuove iscritte e nuovi iscritti: qui trovate una presentazione mia e dei temi di cui parlo. Se quello che leggi qui sotto ti piace, inoltralo a qualcuno che potrebbe apprezzare. Se non sei ancora iscritto/a, puoi ricevere questa newsletter nella tua casella di posta, ogni sabato mattina, cliccando qui.
È successo di nuovo, Amazon mi ha illuso ancora. Ero interessato a un libro sulle teorie del complotto (questo) e l’ho cercato online, ottenendo, naturalmente, Amazon come primo risultato. Il sito di consegne me lo prometteva entro un giorno e, anche se non avevo certo urgenza di leggerlo entro ventiquattr’ore, ero comunque interessato ad averlo presto per le mani. E dunque, cedendo alla tentazione, l’ho ordinato. Di nuovo pensavo, piuttosto ingenuamente, che da qualche parte negli sterminati magazzini di Amazon in Italia ci fosse qualche copia di libri in lingua inglese – dopotutto, Amazon non era nata proprio per consegnare libri?
E di nuovo, come successo un anno fa, mi sono reso conto che il libro era stato stampato in realtà il giorno stesso o la sera prima, in conseguenza della mia richiesta. Mentre la scorsa volta il fatto era almeno un poco nascosto dietro il nome di uno stampatore che si rivelava, appunto, essere un servizio di print on demand (POD), questa volta è scritto senza tanti fronzoli nell’ultima pagina: “Printed by Amazon Italia Logistica S.r.l.”. Un libro espresso insomma, un libro su richiesta. Ma un libro non è solo una serie di caratteri su carta: ne parlai già un anno fa e rimando a quel post per due parole sulla fisicità dell’oggetto-libro. Qui ricordo solo che il bibliofilo compra un libro esotico anche per il piacere di possedere un oggetto raro, non soltanto il lavoro, pur buono, di una stamperia di Amazon a Torrazza Piemonte. Aggrava la situazione il fatto che il carattere di libro on demand non mi era stato specificato con chiarezza da nessuna parte al momento dell’acquisto.
Non è un dettaglio da nulla. L’editore del libro avrà scelto una carta, un formato, una rilegatura particolare: quello che ho ricevuto io ha le stesse caratteristiche? Sarebbe bene saperlo. È assolutamente possibile che, ad esempio, quel libro in realtà non esista in formato paperback come quello che ho acquistato, con la copertina flessibile, e che quindi di fatto il servizio di print on demand sia l’unico che mi permetta di accedere a quel testo in tempi e con prezzi ragionevoli (sul sito dell’editore costa oltre cento sterline).
È possibile insomma che l’edizione che ora possiedo io esista soltanto tramite la stampa su richiesta. Curiosità bibliografica interessante, che apre a nuovi territori per lo studio della stampa futura: d’altra parte, nel Cinquecento ci furono numerosissimi libri piratati ed edizioni falsificate. Senza andare troppo indietro nel tempo, ci fu il caso piuttosto celebre delle copie pirata dei romanzi di García Marquez in Sudamerica. Il libro era un oggetto assai più “liquido” e dai contorni incerti, nei primi secoli della stampa, e talvolta ancora oggi: non mi scandalizzo certo per questa nuova evoluzione.
Ma, di nuovo, una volta avute tutte le informazioni saprò ben scegliere che cosa preferisco: se pagare cento sterline e aspettare due settimane per avere una tiratura concepita e voluta dall’editore oppure venti euro per una stampa fatta dalla stessa azienda che me lo porta a casa.
Un ultimo pensiero. Non utilizzo Amazon spesso, per i libri. Un giorno, cercando lì un titolo, mi sono reso conto dell’assurdità di farsi sedurre dai tempi di consegna. Se non ricordo male, il sito mi prometteva che, se avessi piazzato l’ordine entro un paio d’ore, avrei potuto avere il volume entro la sera stessa. Sulle prime, entusiasmo. Poi ho realizzato che non avrei letto quel libro ancora per tre mesi, oppure per tre anni, o perfino mai. Perché averlo quella sera? Il sistema delle consegne a domicilio basato sui tempi più rapidi possibili, che riempie le nostre città di furgoni e che coinvolge migliaia e migliaia di lavoratori spesso in condizioni problematiche, mi è apparso all’improvviso in tutta la sua insensatezza.
Da allora provo a ordinare i miei libri presso un’ottima libreria di quartiere che ho la fortuna di avere vicino a casa. Invece di aspettare sei ore aspetto una settimana o qualche volta pure un mese, senza che la cosa mi abbia mai causato il minimo problema.
Ma mentre, per quanto riguarda i libri italiani e recenti, questo funziona benissimo, sono più in difficoltà con i testi stranieri, che le librerie fanno fatica a ordinare. D’altra parte, anche nelle grandi città le librerie ben fornite di testi in altre lingue sono poche, quelle poche per lo più limitandosi a grandi classici e saggi sull’attualità. Il lettore esigente si trova quindi davanti a un bivio: nutrire la sua bibliofagia con copie stampate su richiesta o rassegnarsi a costosissimi pacchetti dall’estero?
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Tralasciando il fatto che Amazon possa o meno stampare libri on demand, c'è da dire che, ad avere soldi in più da spendere (buttare) per qualcosa di così poco necessario come acquistarlo in libreria invece che con mezzi più convenienti, comprarlo nella "libreria di quartiere" è un gioco da ragazzi.
Così come per i negozietti, dove le cose costano di più che al supermercato.
È un'idea poco saggia, e un consiglio inutile, riservabile solo a quelli a cui poco interessa di spendere di più per niente.
Inoltre, che argomentazione è quella dei furgoni? Quando acquisto qualcosa lo voglio il prima possibile, non solo perché potrebbe servirmi subito, ma perché potrei non avere più interesse a leggerlo dopo, chessò, un mese.
Sempre meglio foraggiare la libreria di città per evitarne la chiusura.Sempre e comunque